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La riflessione del Presidente Salmistrari sui recenti fatti di cronaca nei cantieri edili

La riflessione del Presidente Salmistrari sui recenti fatti di cronaca nei cantieri edili

Il presidente di Ance Venezia, Giovanni Salmistrari, condivide una riflessione a proposito dei recenti fatti di cronaca e dei tragici incidenti nei cantieri edili. Con alcune considerazioni e proposte concrete.

La tragedia di Firenze
La tragedia di Firenze ha riportato drammaticamente l’attenzione generale sul tema della sicurezza sul lavoro, in particolare in edilizia. Nei giorni successivi all’evento, sulla scia dell’inevitabile onda emotiva, abbiamo assistito a numerose prese di posizione, alcune ricche di spunti di riflessione estremamente interessanti e profondi, altre oggettivamente imbarazzanti per faziosità, per manifesta non conoscenza delle norme e per il tentativo di trasferire il tema sul fronte della contesa politica. Oggi, a distanza di quasi due settimane, a mente più fredda e di fronte alle prime misure adottate dal Governo, c’è la possibilità di ragionare meglio su un tema – la piaga degli infortuni sul lavoro – che deve occuparci e preoccuparci tutti, senza distinzione e, soprattutto, ogni giorno, non solo all’indomani di fatti tragici come questo.

Le imprese non edili in cantiere e la mancata formazione
Fermo restando che spetta agli inquirenti accertare le cause di quanto è successo a Firenze, è un dato di fatto che in quel cantiere – privato – coesistessero un gran numero di imprese, molte delle quali non edili, di diversa natura e di dimensione molto spesso miniaturizzata. E’ questo uno dei punti critici della questione. E’ del tutto normale che in cantiere entrino diversi operatori, con varie competenze: per fare un esempio, chi installa ascensori usualmente applica il ccnl metalmeccanico e chi cura le piantumazioni di un giardino adotta il ccnl dei florovivaisti; meno normale è che chi applica questi contratti realizzi murature o altri lavori edili. L’applicazione di contratti collettivi diversi da quello dell’edilizia, anche quando è legittima, sconta il fatto di non avere quella formazione specifica, anche sulla sicurezza, che sola può assicurare la conoscenza del cantiere e delle sue dinamiche. Ancora più grave è il caso – tutt’altro che infrequente – in cui l’applicazione di altri contratti sia truffaldina, usata cioè come strumento di concorrenza sleale per sottrarsi alle maggiori onerosità del contratto edile.

Due proposte: riduzione del costo del lavoro e il contratto unico di cantiere
Per evitare queste storture da tempo proponiamo di agire su due fronti. Anzitutto quello della riduzione del costo del lavoro in edilizia, oggi ingiustificatamente gravato da oneri contributivi molto più pesanti rispetto agli altri settori merceologici. Dall’altro, un elemento strategico può essere il “contratto unico di cantiere”, prevedere cioè l’applicazione del contratto edile a tutti coloro che operano nei cantieri, indipendentemente dall’attività svolta, rendendo omogenei i costi sostenuti da tutte le imprese coinvolte ed effettive le tutele, soprattutto in tema di sicurezza e formazione, a favore di tutti i lavoratori interessati e a tutela dei committenti e delle imprese coinvolte. Non dimentichiamo che è il contratto edile che prevede un sistema bilaterale di gestione congiunta – sindacato e imprese – che viene indicato come un modello sotto i profili, tra gli altri, del welfare, della formazione e – appunto – della sicurezza sul lavoro. Così il nostro Centro Edili Formazione e Sicurezza cura la formazione per i giovani che entrano nel settore e assicura la formazione continua di tutti gli addetti; allo stesso modo, sul fronte sicurezza sul lavoro, offre consulenza a imprese e lavoratori ed effettua visite di cantiere gratuite a supporto delle imprese.

La patente a punti: il problema delle imprese improvvisate
Due battute sulla patente a punti, individuata dal Governo come possibile soluzione del problema. Premesso che il tema non si affronta con decisioni “a caldo” sull’onda dell’emozione, c’è una questione preliminare che va risolta. Parlare di patente a punti vuol dire che una patente è stata rilasciata, che un esame è stato superato. Ma in edilizia – lo denunciamo da anni – fatto salvo il settore dei lavori pubblici (dove esiste l’attestazione Soa), si può aprire un’impresa dall’oggi al domani senza alcuna verifica preventiva di competenza, patrimonialità, conoscenza delle norme, dei contratti collettivi, delle prescrizioni di sicurezza. Ed è infatti quello dei lavori privati il comparto dove ci sono poche regole e dove quindi c’è più spazio per operatori improvvisati o irregolari, che agiscono al di fuori del rispetto dei contratti di lavoro e delle norme sulla sicurezza.

Le storture del Superbonus e la concorrenza sleale
Una conferma indiretta viene dai recentissimi dati riguardanti il Superbonus. Da subito avevamo denunciato l’abnorme e sospetto boom di nuove imprese sorte dal nulla per approfittare delle opportunità offerte dal Superbonus per i cui lavori, anche milionari, non era stato previsto alcun requisito di qualificazione. Il dato è certificato oggi dai dati camerali che fotografano la cessazione di circa 11.000 (!) imprese (o pseudo imprese) sorte nella seconda metà del 2020 e chiuse tra il 2022 e il 2023. Un dato che deve far riflettere, perché questi operatori sorti dal nulla hanno inquinato il mercato delle costruzioni, gettando discredito sul settore e facendo concorrenza sleale ai danni delle imprese regolari che investono – e tanto – in formazione e sicurezza, convinte come sono che i lavoratori, le persone, siano il vero patrimonio dell’azienda e come ogni patrimonio debbano essere valorizzate e tutelate.

Giovanni Salmistrari, presidente di Ance Venezia

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